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Gli interferenti endocrini

Gli interferenti endocrini

Questo mese desidero proporre la tematica degli interferenti endocrini, sostanze anche molto diverse tra loro che in comune hanno l'attività di interferire con il sistema ormonale degli esseri viventi. A questo proposito sono in corso studi sempre più approfonditi da parte dei ricercatori per accertare le azioni di molecole quali, a titolo di esempio il Bisfenolo-A (monomero del policarbonato), alcune classi di pesticidi (es. clordani, mirex, atrazina, DDT), nonilfenolo (ammorbidente per materie plastiche), policlorodifenili (PCB, isolanti elettrici – per trasformatori, batterie, additivi nei pesticidi) che sono i maggiori imputati dell'attività di interferenti endocrini, sia per le specie vegetali che animali, compreso l'uomo. Gli effetti maggiori sugli organismi animali si sono riscontrati nelle età più vulnerabili dal punto di vista ormonale, quali feti, stato puberale, gravidanza con conseguenti problematiche ampie nell'immediato e prossimo futuro.
Per questo un'attenzione sempre maggiore è da riporre nell'utilizzo, consumo e distruzione dei composti potenzialmente pericolosi, e un'adeguata analisi del rischio degli stessi è un argomento di particolare attualità.

 

INTERFERENTI ENDOCRINI, una tematica sempre più attuale
in breve cosa sono, quali sono i principali effetti, lo stato attuale di sorveglianza e ricerca
Un interesse sempre maggiore è dedicato ai composti comunemente definiti “interferenti endocrini” o  “distruttori endocrini”: sostanze strutturalmente e chimicamente anche molto diverse tra loro caratterizzate dalla capacità potenziale di interferire, attraverso svariati meccanismi, con il funzionamento del sistema endocrino, in particolare con gli ormoni sessuali e della tiroide. La definizione comunemente accettata di interferente endocrino (sigla: EDC , dal nome inglese endocrine disrupter chemical) è
“Una sostanza esogena che interferisce con la produzione, il rilascio, il trasporto,
il metabolismo, il legame, l’azione o l’eliminazione degli ormoni naturali
dell’organismo responsabili del mantenimento dell’omeostasi e della regolazione
dei processi di sviluppo”.
Negli ultimi anni queste sostanze sono state sempre maggiormente studiate per capirne i meccanismi d’azione, classificarle e sorvegliarle nella produzione industriale.   I distruttori endocrini sono responsabili di disturbi per l’ambiente e per l’uomo anche molto gravi, si ricordano i casi di ermafroditismo in alcune specie animali, di mancata differenziazione sessuale e conseguente limitata riproduzione di pesci in alcuni fiumi particolarmente inquinati e di debolezza delle uova e non sviluppo degli embrioni di alcune specie aviarie. Per quanto riguarda l'uomo forme di tumore quali seno e utero, l’endometriosi e vari effetti nocivi sull’apparato riproduttivo sembrano essere causate spesso da questo composti.
La Commissione Europea e altri organismi internazionali (OECD, WHO) indicano in particolare come prioritario l’incremento delle conoscenze sugli EDC e una nuova legge europea sulla sicurezza dei composti chimici (REACH Decreto CE n 1907-2006) tratta gli interferenti endocrini nel titolo VII riguardante l'Autorizzazione delle sostanze “estremamente preoccupanti” (Substances of Very High concern SVHC). Le sostanze che “perturbano il sistema endocrino” rientrano quindi tra le categorie di sostanze per le quali è obbligatoria l'autorizzazione alla produzione, all'importazione e all'uso (Art 57, reg REACH).
Si è riscontrato dagli studi emersi finora che la riproduzione e lo sviluppo pre- e postnatale sono le fasi biologiche più sensibili agli effetti endocrini degli EDC. Lo spettro di patologie correlabili a questi composti è comunque molto ampio e comprende anche l’aumento del numero di aborti precoci associato all’esposizione lavorativa a pesticidi, effetti a lungo termine sulla funzionalità tiroidea o riproduttiva in seguito a danni indotti in utero o durante l’infanzia, patologie metaboliche correlabili con un’alterata omeostasi di estrogeni e androgeni. La ricerca sta attualmente monitorando la quantità di alcuni composti distruttori endocrini nelle diete (vegetali, latticini, latte materno, carne, pesce) di vari stati europei ed extraeuropei per capire i livelli di rischio ai quali la popolazione è esposta.
Molti composti sospettati di essere distruttori endocrini sono sostanze di ampio impiego ed economicamente importanti che quindi richiedono delle adeguate soluzioni per un loro utilizzo consapevole.

      Qualche esempio di composti con comprovata attività di interferenti endocrini:
determinate classi di pesticidi, plastificanti (in particolare, gli ftalati) e prodotti derivanti dalla combustione del PVC come le diossine, varie sostanze di origine industriale come fenoli, ritardanti di fiamma, acido perfluorooctanico e suoi sali, diossine, alcuni metalli pesanti (piombo, cadmio e mercurio).

Vi sono poi determinati composti di origine naturale che hanno caratteristiche di interferenti endocrini come i fitoestrogeni, tra cui: isoflavonoidi (genistein e daidzein della soia); cumestani (coumestrolo); lignani (secoisolariciresinolo e matairesinolo);
stilbeni (resveratrolo dell’uva). Sono ancora in fase di sviluppo le ricerche su questi composti naturali, per valutare l'efficacia come composti protettivi per la salute dell'uomo e dell'ambiente e per il loro effetto nell'assunzione a varie dosi.

Per ulteriori informazioni ed approfondimenti: